La Pasqua popolare in Sicilia

23 Febbraio 2022Danilo Cascone0

La Pasqua popolare in Sicilia affonda le sue origini in tempi lontani ed ancora oggi, le tradizioni sono mantenute intatte, e trasmesse di generazione in generazione, come vero patrimonio flokloristico di ogni zona dell’isola. Ci sono almeno quattro suggestivi spettacoli popolari in Sicilia che si svolgono durante il periodo pasquale. Probabilmente avrete già sentito parlare di quello di Prizzi o di Terrasini, ma anche gli altri 3 sono veramente eccentrici ed incredibili. Continuate la lettura per scoprirne di più sulla vera Pasqua popolare in Sicilia. Inoltre abbiamo aggiunto dei video che vi aiuteranno a farvi un’idea di cosa vuol dire la tradizione pasquale in Sicilia. Iniziamo:

San Fratello (Messina)


Il Venerdì Santo gli uomini del paese si vestono con costumi colorati con le code allacciate. Si nascondono il viso con maschere rosse e tirano fuori lunghe lingue di cuoio, suonano le trombe e stridono le catene fin dal primo mattino. Il tutto allo scopo di turbare ogni attività religiosa. Ma quando inizia la processione pasquale, riconoscono la loro sconfitta e tacciono per sempre.

Prizzi (Palermo)


Il Ballo dei Diavoli si svolge in uno splendido paesaggio della Sicilia. È un richiamo arcaico della lotta tra il Bene e il Male rappresentata da enormi e terrificanti maschere di ferro. Dalla mattina al pomeriggio giovani con maschere terrificanti, denti da vampiro, corna e vestiti rossi vagano per il paese ballando e cercando anime. La vittima, una volta additata, perde simbolicamente la sua anima e deve comprare da bere per tutti!

Solo con la venuta della Vergine Maria, che incontra il Cristo risorto, i demoni vengono sopraffatti da altri giovani travestiti da angeli. Dopo aver tentato invano di ostacolare il Cristo e la Madonna, le forze del male sono finalmente sconfitte. Dopodiché, ai presenti viene regalato il tipico dolce pasquale: i cannateddi

Adrano (Catania)


Questo dramma popolare religioso si svolge in Piazza Umberto dove viene costruito un palcoscenico con l’Inferno da una parte e il Paradiso dall’altra. La scrittura è attribuita ad un sacerdote del 18° secolo che era di Adrano.

Presentato a un produttore cinematografico di Hollywood, sarebbe stato descritto così: “La morte viene uccisa dall’umanità, Lucifero sfoga la sua rabbia ma l’Arcangelo Michele salva la situazione”. La Diavolata simboleggia il trionfo del Bene sul Male. Un lieto fine ovviamente.

Enna


L’atmosfera della Pasqua popolare ad Enna è molto particolare e forse più solenne di quelle sopra descritte. I riti della Settimana Santa risalgono alla dominazione spagnola del XV-XVII secolo quando le varie confraternite di artigiani e artisti furono autorizzate a formare organizzazioni religiose. Furono loro date regole e privilegi precisi dai governanti spagnoli per prendersi cura dei malati, dei poveri e degli sfortunati. Oggi esistono ancora 15 delle originarie 34 confraternite che animano la Settimana Santa a Enna.

I membri non sono più minatori o agricoltori, ma avvocati, medici ecc. e solo uomini. Forse l’aspetto più interessante da scoprire sono i significati delle varie insegne, cappucci e colori di ciascuna Confraternita. Tutto inizia la Domenica delle Palme con “L’Ura”. È allora che le confraternite si recano a turno e in processione dalle proprie chiese alla Cattedrale per la solenne adorazione eucaristica. Il Venerdì Santo vede tutti i 2000 membri delle confraternite marciare in completo silenzio e tristezza verso la cattedrale per quasi tutte le strade di Enna.

Il gruppo è accompagnato da 24 simboli del martirio di Cristo chiamati i “Misteri”. Includono la croce, la borsa dei trenta denari, la corona e gli strumenti della flagellazione. I riti continuano la domenica di Pasqua con “A Paci”. Le statue del Cristo Risorto e di Maria si incontrano sotto un gioioso rintocco di campane. Infine, la successiva domenica, “l’Albis”, la confraternita del Santissimo Salvatore si dirige verso il vicino castello longobardo da cui si benedicono i campi.

Terrasini (Palermo)


Gli Schietti sono gli scapoli del paese che a Pasqua si cimentano in una gara insolita. Consiste nell’alzare al cielo un arancio di circa 50 chili, con un solo braccio. L’albero viene prima decorato con ninnoli e nastri colorati e poi viene portato in giro per il paese fino a quando la festa si ferma presso la casa delle “zite” o fidanzate per assistere a questa prova di forza. Non molto spaventoso in realtà, ma profondamente simbolico.

Danilo Cascone

Appassionato della Sicilia e della scrittura, ha unito le sue due passioni per raccontare tutte le bellezze che ha incontrato durante i suoi innumerevoli viaggi in giro per l'isola. Non è mai stanco di scoprire i diversi volti della sua terra.

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